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Formazione

«Perché un attore di talento avrebbe bisogno di un metodo?». A questo genere di domanda non si può rispondere che con altre domande: «Perché l’uomo civile ha bisogno di una cultura? Perché un bambino intelligente ha bisogno di andare a scuola?».
Michail Cechov

Lo studio e l’applicazione di alcune grandi metodologie di creazione teatrale richiede un contatto profondo con le culture e il contesto artistico e antropologico in cui le metodologie stesse sono state generate. La ricontestualizzazione geografica o temporale di alcune metodologie, inevitabile nello studio pratico, comporta un’interessante confronto tra il sé e l’altro.

Sulla scia dell’interesse per la metodologia, abbiamo realizzato e realizzeremo progetti di formazione, sia attraverso il coinvolgimento di artisti esterni, sia come nostra proposta diretta. Nutriamo un grande interesse per i percorsi che pongono l’accento sulla “vita scenica” dell’attore, sulla necessità di rendere “vivo” l’attimo scenico, sulla “verità” dell’atto teatrale. Amiamo perdutamente la scuola russa del filone Stanislavskij-Vachtangov-Michail Cechov e quella francese che origina da Decroux e Lecoq. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere per via diretta la pedagogia di Anatolij Vasilev, Ariane Mnouchkine, Yves Lebreton, Pierre Byland.

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Dall’autunno 2021 è attivo il MadLab, un laboratorio annuale di creazione teatrale presso il MAD – Murate Art District di Firenze.
Da ottobre 2023 a maggio 2024 è attivo il MadLab23

Nel 2020 abbiamo organizzato, ancora presso il Murate Art District, il laboratorio “L’attore e il suo naso“, un percorso sul paradosso attore-personaggio affrontato attraverso la pedagogia del clown.

Dal 2008 al 2020 si è svolto un laboratorio di creazione teatrale (all’interno del progetto Per una polis teatrale) con un gruppo che è rimasto più o meno lo stesso per tredici anni. Dopo i primi anni il laboratorio si è trasformato in una vera e propria compagnia non professionale (la Grande Troupe Solaire de Madame Sipario) con quattro spettacoli prodotti.

Nel 2019 abbiamo realizzato al Teatro Studio di Scandicci, in collaborazione con la Fondazione Teatro della Toscana, il laboratorio sui cerchi sonori dal titolo “A volte mi chiedo a cosa pensi il nemico: anche lui guarda le stelle?”. Il cerchio sonoro è una piattaforma di improvvisazione che indaga l’interazione biunivoca tra la musica live e l’azione scenica.

Nel 2016-2017 abbiamo organizzato il laboratorio “A maggese” presso il Vivaio del Malcantone, a Firenze, a proposito della presenza dell’attore a cavallo tra la performance e il teatro drammatico.

Nel 2015, in collaborazione con Cantiere Obraz, abbiamo avviato il “progetto Gogol” che ha coinvolto il regista Alessio Bergamo come docente in varie occasioni di laboratorio e ha portato alla produzione degli spettacoli Appunti di un pazzo e Il cappotto.

Nel 2014, in occasione della ripresa di Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo, abbiamo organizzato il laboratorio Spedizione Cinquanta! sulla scrittura scenica non verbale.

Nel 2012, a seguito della partecipazione di Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo al Festival Internacional de Teatro en la Gran Carpa de la Paz a Barrancabermeja (Colombia), siamo stati invitati dal Centro Cultural Horizonte a organizzare il progetto di formazione-produzione Fronteras.

Nel 2012 – in un’intersezione con il progetto Per una polis teatrale – e nel 2010 abbiamo ospitato Duccio Bellugi Vannuccini del Théâtre du Soleil con il suo laboratorio Le jeu masqué.